Silenzio

SILENZIO postcard

Grafica ALEPOP

PremioOFF2010 – Teatro Stabile Veneto

Drammaturgia Patricia Zanco, Daniela Mattiuzzi, Alberto Graziani
con Patricia Zanco, Linda Bobbo
regia di Zanco/Mattiuzzi
musiche di memmusic

Il tempo è senza tempo, è un continuo presente.

Il gioco dei bambini si carica progressivamente di tensioni, di minacce, e di una deprimente verità nel momento in cui si insinua nel gioco l’ombra nera: l’impensato, l’intruso, il predatore.

Raccontiamo di Anna e di Angela, storie diverse tra loro ma che, come tutte le storie di abuso sessuale sui minori, hanno un denominatore comune : il silenzio. Parlare, aprire un varco, mettersi in gioco e lanciare una sfida, con leggerezza,  ironia, svelare i gesti, la volgarità, i vizi e la comicità macabra del mondo.

Silenzio è un’onda anomala che ci porta sia nelle profondità sia sulla superficie dell’animo umano. Un continuo entrare e uscire da due mondi (adulti e infanzia) che faticosamente cercano di coesistere, di respirare. Un’azione poetica, una forza eversiva nei confronti di una norma sociale, di un mondo che vaga inesorabilmente verso la deriva. Un mondo guardato dagli occhi dei bambini che invitano a risvegliarci dal torpore della quotidianità puntando lo sguardo sulla sclerosi dei linguaggi su una schematica felicità collettiva, sull’abitudine che ci rende ciechi.

Questa forza eversiva ce l’hanno i bambini, se qualcuno li guarda e li ascolta.

In un repertorio di storie il lavoro a volte salta in modo analogico, non segue una linearità, compaiono allora più voci narranti, trasfigurazioni di personaggi, di ambienti. Una selva di personaggi, carnefici e vittime convivono in un ready made della macabra giostra della realtà che gira, gira vorticosamente rubando futuro e sogno ai piccoli per lasciare posto a risate inconsapevoli.

Con Silenzio cerchiamo di guardare oltre l’apparenza delle cose, oltre la logica comune dei luoghi.

Lo spettacolo nasce perché in un paese del bellunese, un bravo maestro è stato accusato di abusi sessuali nei confronti di 50 bambine. Lo faceva a scuola, a casa sua o a casa delle alunne, chiamato dai genitori perché persona fidata e competente. Trent’anni anni di abusi e nessuno s’è mai accorto di nulla. Un silenzio omertoso.

Lunghe ricerche fatte di interviste, incontri, studi, ci portano a dire che le storie di abuso sono tutte uguali nella loro particolarità, poiché dopo l’abuso c’è il silenzio, e solo dopo anni e già donne, le bambine di allora trovano il coraggio di parlare. SILENZIO si propone di abbattere attraverso la lingua del teatro quella cortina, spesso impenetrabile, fatta di insensibilità, omertà, coperture potenti e sensi di colpa. Lo spettacolo cerca di individuare i nodi più complessi delle relazioni che generano ferite incancellabili sui minori.

Si raccontano dinamiche familiari di abbandono e miseria morale.

La famiglia è il primo e più insidioso contesto nel quale avvengono gli abusi, come pure la scuola ha un ruolo centrale nello svolgimento dell’opera, e ancora si denunciano le colpe soggettive, di sistema e del clero. I molestatori insidiano senza tregua e spesso, come nel caso della chiesa ma non solo, si creano forti autoprotezioni istituzionali. Infine viene analizzato, con grande ironia,  il linguaggio televisivo, tramite il quale si parla talvolta con troppa superficialità di temi morali.

Produzione fatebenesorelle teatro/ Dedalofurioso/ Associazione Dafne

Video


Galleria fotografica

foto Tiziano Dalla Montà