Μήδεια Medea Metamorfosi
regia scena drammaturgia di Daniela Mattiuzzi, Patricia Zanco
testo originale di Franca Grisoni MEDEA
con Roberta Guidi, Alessandro Sanmartin, Daniele Preto,
Valentina Dal Mas, Andrea Dellai, e Patricia Zanco
musiche di Michele Braga e Enrico Fiocco
luci Federico Fracasso
costume di Ilenia Rossit | Maria Teresa Ferrari
foto Corrado Ceron
produzione fatebenesorelle teatro
e il sostegno di OperaEstate Festival, Fondazione Etica, Memmusic
http://www.bibliotecamontebelluna.it
PROMO VIDEO > https://vimeo.com/104749787
ven 28 nov | Teatro Villa Correr Pisani | Via Anassillide 5, MONTEBELLUNA | h. 21.00
ECHI – VOCI DAI CLASSICI
In occasione della Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne
Mήδεια – Medea – Metamorfosi, universalizza l’introspezione per scavare nelle viscere di un dolore che disumanizza, per denudare l’anima disumana della disperazione, per avvicinare la lucidità folle di un sentimento devastante e dilaniato. È intensa l’alienazione incarnata dalla protagonista, che dà corpo e voce a una Medea straniera, sola, devastata, resa cieca e brutale da un dolore che non si può dire con parole ‘ordinarie’. Lavoro giocato sull’aspra sonorità di una lingua prima, antica, barbara, e sulla potente ricchezza della voce di Patricia Zanco, che libera nello spazio della scena tutta la rabbia del tradimento subito e della lucida vendetta ad eliminare l’intero seme di una umanità corrotta e con forza barbara e dirompente grida il disfacimento del valore stesso della vita.
Le parole sono tutte masticate e risputate dalla sola bocca della protagonista, mentre Giasone e Creonte appaiono come allusioni, ombre mobili di corpi fugaci, nonostante i corpi degli altri interpreti vadano a popolare la scena anche il coro viene assorbito nell’unica voce di Medea, che dà una forza ancestrale alle lamentazioni riarrangiate nel dialetto brutale e impervio. La voce, densa di suoni e rabbia, regola e scandisce i ritmi degli attori in scena e delle marionette che rappresentano la corruzione ed il potere degradato di ieri ed oggi. Emerge una Medea attuale spinta in un incrocio di tempo e spazio dove il presente erompe inattuale, per reagire al vuoto pieno di rinunce, assordato dalle menzogne, abitato da speranze deluse. Un vuoto riempito dall’opulenza e dall’indifferenza come addormentamento sociale, nella noia senza poesia dove i sogni si infrangono.
In continua oscillazione tra antico e contemporaneo, la partitura musicale si amalgama all’azione scenica, senza porsi come guida o didascalia. Composizione sonora che si accosta alla musicalità dell’intreccio linguistico creando un efficace spazio bidimensionale. La ricerca del linguaggio, la sperimentazione vocale e sonora caricano di valore espressivo questo teatro della voce. (dalle recensioni di G.B.Marchetto, R.Rinaldi, R.Borga, E.Conti, S.Ferrari)